Le parole dei ragazzi/e..su mafie e corruzione

 

  L’AMARO IN BOCCA DELL’ONESTA’ (scritto da una studentessa di 20 anni)   Le parole non contano. Ciò che realmente conta sono i fatti. Leggere un articolo o un libro sulla mafia non sarà mai come vederlo con i propri occhi.   Una sera mi trovai a parlare con un signore, Giuseppe, e una signora, [...]

DOSSIER E ARTICOLI – mafie spa

mafie e corruzione in Emilia Romagna, eco-mafie e infiltrazione/radicamento delle cosche al Nord

 

DOSSIER E RAPPORTI SULLE MAFIE A BOLOGNA, RAVENNA ED EMILIA ROMAGNA:   Processo Aemilia: sentenza storica contro mafiosi e corrotti   Emilia, le mani della mafia   Processo Aemilia (RE): la rottura dell’omertà   Emilia, le mani della mafia   Mafia, ecco chi comanda in Italia   Operazione Aemilia, arresti e sequestri   Bologna, anche [...]

Stragi in Italia

dal 1947 al 1993, da Portella della Ginestra (PA) a Via Palestro (MI)...e altre ancora

 

L’Italia è il Paese democratico con il più alto numero di vittime civili di una guerra mai dichiarata.
 
Il periodo che va dal secondo dopoguerra ai primi anni ’90 ha visto infatti il succedersi, da sud a nord, di una serie di sanguinose stragi ed attentati terroristici che hanno scosso profondamente le fondamenta democratiche del nostro Paese, colpendo selettivamente o indiscriminatamente lavoratori, sindacalisti, uomini politici, magistrati, giornalisti e soprattutto una popolazione inerme di ogni età, ceto e provenienza. Tali crimini efferati sebbene avvennero per mano di organizzazioni di differente matrice terroristica – prima “nera”, poi “rossa, poi ancora nera ed infine mafiosa – videro spesso settori deviati delle Istituzioni coprire e/o supportare tali azioni contribuendo alla formazione una strategia finalizzata a minare le basi e l’evoluzione della democrazia italiana condizionando le scelte politiche verso mete rassicuranti per il sistema di potere e le alleanze vigenti.
 
Stragi ed attentati terroristici non sono quindi quasi mai stati il prodotto di una criminalità spontanea fine a se stessa, quanto piuttosto il segnale di “deviazioni istituzionali trasversali” che nel tempo hanno rafforzato nell’opinione pubblica un diffuso senso di insicurezza e sfiducia verso uno Stato incapace di difendere i propri cittadini ed ottenere giustizia. Nonostante infatti esista una mole impressionante di documenti, indizi e indagini giudiziarie che permettono di delineare un quadro coerente della storia italiana della seconda metà del XX secolo, nella maggior parte dei casi mandanti ed esecutori materiali sono rimasti impuniti. Eppure non poche associazioni di familiari delle vittime chiedono da tempo e con determinazione “giustizia e verità”.

Mafie

 

“Cosa nostra” è un termine entrato nell’uso giornalistico per definire la mafia americana, ma fino al 1984 tale termine era perlopiù sconosciuto a studiosi e magistrati: fu il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta a rivelare in un interrogatorio a Giovanni Falcone che in Sicilia la mafia era un’organizzazione denominata “Cosa nostra”. Tuttavia il primo documento in cui si allude a una “cosca mafiosa”, per descrivere le fratellanze coinvolte in attività criminali, firmato dal procuratore della Gran corte criminale di Trapani, risale al 1837. Il termine “mafia” invece è diventato espressione corrente dopo la rappresentazione del dramma popolare “I mafiusi di la Vicaria”, del 1863, ad opera di Giuseppe Rizzotto, in collaborazione con Gaetano Mosca.

Le origini di Cosa Nostra sono legate al latifondo, ossia la proprietà terriera chiusa che dominava la struttura produttiva siciliana fino agli inizi del ’900: i primi mafiosi facevano da intermediari fra la nobiltà terriera feudale e i contadini, prendendo via via la forma di un ceto organizzato in confraternite, che svolgeva funzioni di controllo e repressione.

Altre organizzazioni mafiose sono la ’ndrangheta calabrese, la camorra napoletana e la Sacra corona unita pugliese.

Kurdistan

 

Il Kurdistan è un regione popolata da circa 80 milioni di persone che si estende su un vasto territorio riguardante sei Stati dell’area mediorientale ed asiatica: Turchia (sudest), Iraq (nordest), Siria (nordest), Iran (ovest), Armenia (sud) e Azerbaijan (sudovest). Nel 1920, gli accordi di pace successivi alla fine della prima guerra mondiale – in particolare il trattato di Sevres – riconoscevano il diritto della popolazione curda ad avere un proprio “Stato”. Tuttavia il trattato internazionale successivo, quello di Losanna, negoziato nel 1923 dal nuovo presidente della neonata repubblica turca, Mustafa Kemal Ataturk, con la compiacenza delle stesse potenze occidentali, disconosceva il precedente accordo impedendo la formazione di uno stato indipendente curdo nell’area e gettando le basi per le successive politiche di discriminazione politica, economica e culturale della popolazione curda, da quel momento formalmente “sparpagliata” nei diversi stati. Inizia così la lotta – prima politico-culturale poi anche militare – di rivendicazione dei diritti delle differenti minoranze curde nei rispettivi Paesi di appartenenza: il Kurdistan diviene in questo modo una sorta di “colonia internazionale”.

Delegazione C.I.S.C.A.S.E. nel Kurdistan

19 - 23 marzo 2009

 

Diario delle giornate di viaggio dell’Associazione Pereira nel Kurdistan turco in occasione delle celebrazioni del Newroz 2009.

 

A cura di:

 

Matteo Pasi e Massimo Venieri