Mafie
“Cosa nostra” è un termine entrato nell’uso giornalistico per definire la mafia americana, ma fino al 1984 tale termine era perlopiù sconosciuto a studiosi e magistrati: fu il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta a rivelare in un interrogatorio a Giovanni Falcone che in Sicilia la mafia era un’organizzazione denominata “Cosa nostra”. Tuttavia il primo documento in cui si allude a una “cosca mafiosa”, per descrivere le fratellanze coinvolte in attività criminali, firmato dal procuratore della Gran corte criminale di Trapani, risale al 1837. Il termine “mafia” invece è diventato espressione corrente dopo la rappresentazione del dramma popolare “I mafiusi di la Vicaria”, del 1863, ad opera di Giuseppe Rizzotto, in collaborazione con Gaetano Mosca.
Le origini di Cosa Nostra sono legate al latifondo, ossia la proprietà terriera chiusa che dominava la struttura produttiva siciliana fino agli inizi del ’900: i primi mafiosi facevano da intermediari fra la nobiltà terriera feudale e i contadini, prendendo via via la forma di un ceto organizzato in confraternite, che svolgeva funzioni di controllo e repressione.
Altre organizzazioni mafiose sono la ’ndrangheta calabrese, la camorra napoletana e la Sacra corona unita pugliese.